Quanto Costa un Dipendente?

Quanto Costa un Dipendente?
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Quando si parla di dipendenti in Italia un argomento sempre piuttosto caldo che è rimasto invariato da anni è: quanto costa un dipendente al datore di lavoro

La risposta è che tra tasse e contributi previdenziali dei lavoratori costano all’azienda all’incirca il doppio del guadagno netto di un dipendente.

Se poi il dipendente è anche improduttivo questo costo diventa insostenibile e rischia di far fallire la tua impresa. Ma questo è un altro discorso e se vuoi puoi approfondire qui (link all’articolo blog1)

Rimani con me per capire come calcolare la produttività del tuo dipendente

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Quando Assumere Personale

Le situazioni che ti aiutano come imprenditore a capire quanto costa un dipendente e decidere se è il momento di assumere personale variano secondo e caratteristiche dell’azienda. Se parti da una realtà organizzativa familiare, o se già all’interno hai dei dipendenti. 

Ecco alcune domande iniziali che ogni imprenditore si fa:

  • Riuscirò a pagargli lo stipendio?
  • E se se vedo che non è bravo cosa faccio?

Se invece sono presenti altri dipendenti e parliamo di piccole realtà economiche, una domanda che si pone l’imprenditore è:

  • Assumendo lui/lei ce la farò a pagare il mio di stipendio?

Prima di assumere infatti è fondamentale definire gli obiettivi, capire di cosa hai bisogno, e valutare se hai tutte le risorse necessarie per raggiungere i risultati desiderati. 

Trovare una soluzione in questo istante, che vada bene nello specifico alla tua azienda non è fattibile, è ovvio che ogni caso ha una storia a se.

Quanto Vale un Dipendente?

Per tornare alla questione quanto costa un dipendente e quanto questo “gravi” sulle finanze dell’imprenditore, il valore di un dipendente deve essere calcolato anche alla luce di diversi fattori, quali:

  • Il RAL (retribuzione annua lorda);
  • Gli oneri previdenziali;
  • Il TFR (trattamento fine rapporto);
  • La tredicesima e la quattordicesima;

Ma anche:

  • quanto costa luogo dove si svolgerà l’attività lavorativa, e anche il versamento mensile delle utenze;
  • il costo dell’attrezzatura di lavoro da dare ai propri dipendenti;
  • ed possibili rimborsi per trasferte.

La pressione fiscale e il costo di assunzione di un dipendente, sono due elementi fortemente legati tra di loro, quando ci si trova di fronte alla decisione di aumentare o no l’organico aziendale. 

L’assunzione di un dipendente è un onere che non tutti possono sostenere. Per questo motivo, spesso si fa ricorso alla collaborazione esterna o ad altre forme di assunzione che, alla fine, però, non fanno che aumentare la precarietà.

Quanto costa un Dipendente al Datore di Lavoro?

Sono stime che variano in base al tipo di contratto, ma che hanno ad ogni modo un rapporto “1:2” non troppo lontano dalla realtà, centesimo più centesimo meno. Essere a conoscenza e saper calcolare questo costo sul bilancio della propria attività è alla base di una gestione sana e attenta, in quanto è spesso una delle spese più consistenti per un’azienda.

Ogni risorsa e il relativo costo effettivo, è diverso da quello che si vede nella busta paga mensile del dipendente. 

Sono molte altre le voci che vanno a concorrere per arrivare allo stipendio:

il RAL, acronimo di retribuzione annua lorda, varia in base alla tipologia di contratto, sotto quale e inquadramento economico il lavoratore rientra. In pratica è la cifra che ogni anno un datore di lavoro paga per garantirsi le prestazioni lavorative di un suo dipendente. Sulla somma percepita il lavoratore dovrà pagare una considerevole parte di tasse, come per l’Irpef, cioè l’imposta sul reddito per le persone fisiche.

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Un altro elemento che incide sul costo aziendale di un dipendente è il TFR ovvero il trattamento di fine rapporto. Il TFR maturato viene erogato dal datore di lavoro. L’ammontare del TFR che spetta al lavoratore è uguale alla somma, per ciascun anno di servizio, della retribuzione utile divisa per 13,5.

Alla fine per determinare quanto costa un dipendente occorre valutare quelle che sono molte le voci di spesa che l’azienda deve sostenere: contributi previdenziali,la tredicesima, la quattordicesima, il Tfr. 

Ma anche l’onere di corrispondere lo stipendio senza che ci sia l’opera del prestatore, cosa che accade durante le ferie, i permessi retribuiti o la malattia. A questi vanno aggiunte le spese che riguardano un consulente del lavoro che compili le buste paga.

Facciamo i conti con un esempio pratico

Per cercare di capire meglio, facciamo un esempio pratico su un lavoratore a tempo pieno, quindi 40 ore settimanali, del settore terziario.

Secondo il contratto Ccnl la paga minima è di 1.563,75€ mensili, da moltiplicare per 14 mensilità, a cui aggiungiamo uno scatto di anzianità pari a 20,66€ e un superminimo di 150 € lordi mensili, arrivando così a un lordo di 1734,41€.

Calcoliamo il Ral moltiplicando per 14 mensilità e vediamo che il totale è di 24.281,74€, a cui vanno aggiunti:

  • straordinari, festivi, permessi e ferie maturate e non godute, ipotizziamo, così, di arrivare a 25.245,18€.
  • il costo Inps a carico dell’azienda che ha un’aliquota pari al 28,98 per cento, quindi 7.316,05€.
  • i contributi Inail pari all’11 per mille, quindi 277,70€.
  • il Tfr al netto degli straordinari con aliquota al 13,5%, quindi 1.833,30€,
  • gli Oneri Accessori, diciamo 141,86€.
  • infine l’irap con aliquota a 3,90%, da applicare sulla somma ottenuta quindi pari a 1.341,39€.

A conti fatti l’azienda paga 11.173,68 euro di contributi, portando così il costo del lavoratore preso in esame a  36.418,68€

È chiaro quindi che è fondamentale imparare a fare un calcolo sulla redditività dei dipendenti.

Misurare gli output

Esiste più di un modo per misurare la produttività e puoi creare qualsiasi tipo di matrice per analizzare la produttività in base ai tuoi obiettivi aziendali.

Il modo più semplice e veloce è quello di dividere le tue entrate per il numero dei dipendenti. Questo stabilisce una linea guida: l’output medio dell’organizzazione diviso per il numero delle risorse presenti.

Per le grandi organizzazioni, è possibile misurare diversi livelli di produttività in ogni reparto. Il metodo resta uguale: scegliere semplicemente l’output da misurare. Assicuratevi di tener conto di tutto ciò che potrebbe ridurre la produttività, ad esempio progetti complessi o assenze del personale.

Prova a suddividere ogni progetto complesso in singoli compiti e ad assegnare ogni attività a un dipendente. Questo fornisce il livello di produttività individuale del singolo.

Conclusioni su Quanto Costa un Dipendente

Quanto costa un Dipendente quindi è una questione importante per l’imprenditore ma relativa, perché se siamo in grado di rendere il dipendente produttivo questi si trasforma in una risorsa di valore esponenziale. Ne abbiamo parlato nell’articolo precedente di questo argomento e di quanto sia importante per una azienda avere dipendenti che siano ambasciatori della tua azienda.

Su quest’ultimo aspetto, il ricorso a una formazione costante e di alto livello può aiutarti a risparmiare tempo, soldi e fatica. Dipendente Autonomo®, ad esempio, offre un grande supporto nella gestione del personale aumentando la produttività di ogni singolo collaboratore, affinché i tuoi obiettivi di imprenditore possano essere raggiunti nei tempi previsti.